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Carnevale sestese o Su Segarapetza

Il Carnevale è una festa millenaria che si celebra in tutto il mondo con diverse tradizioni e costumi. In Italia, ogni regione ha il suo modo unico di festeggiare questa ricorrenza, e il Carnevale di Sestu, in Sardegna, è un esempio affascinante di come la cultura locale si esprima in questa festa.
 

A Sestu il carnevale, Su Segarapetza, ha origini antiche, e non è semplice risalire al suo principio perché molte tradizioni che lo caratterizzavano sono scomparse con l’andare del tempo.

Il carnevale in passato era un evento festivo che coinvolgeva la maggior parte della popolazione, con mascherate, balli, canti e abbuffate di cibo per un periodo abbastanza lungo. Esso coincideva per tradizione col tempo in cui la terra restava a riposo e i lavoratori potevano rilassarsi in attesa della ripresa delle attività agricole.

Come si è già detto, il carnevale a Sestu veniva denominato con un termine più antico, ovvero Su Segarapetza (tagliare carne); tuttavia veniva utilizzata anche la denominazione più recente Cranovali. Entrambi i termini risalgono alla prima metà dell’800’.

In ogni caso il carnevale del passato abbracciava un periodo abbastanza lungo, con alcuni giorni specifici che segnavano i momenti più rilevanti dei festeggiamenti, cioè:

- sa Giòbi’è Gomais (Giovedi delle Comari), il cui nome derivava dall’uso delle comari dio scambiarsi convenevoli e doni a base di zeppole, frutta e altri dolciumi tramite sa mandada, cioè l’invio di un piatto personalizzato; inoltre accadeva spesso che le comari si facessero anche degli scherzi divertenti fra loro.

- sa Giòbi’è Cardaiolu (Giovedì Grasso) in cui si confezionavano i dolci tipici di carnevale, si cucinavano le galline o i tacchini più grassi e nel pomeriggio si ballava in piazza.

- su Dominigu de Segarapetza o de Agoa (Domenica di Carnevale), in cui si ballava, e i gruppi di maschere vestite nei modi più svariati andavano in giro per strada e nelle case a chiedere zeppole e vino che venivano offerti dalle famiglie. Questa domenica quindi era caratterizzata da una grande effervescenza sociale. Inoltre le maschere di tipo drammatico de Is Mustajonis e S’Orku percorrevano le strade vociando e facendo rumore in segno apotropaico. Tra le mascherate si rammenta la corsa alle galline appese ad una fune, e una messinscena scaramantica con il rituale dell’aratura dei campi minacciata dalle maschere delle cornacchie, che da dietro l’aratro trainato dai buoi cercavano di ghermire la paglia lanciata per terra dall’aratore.

- su Lunis de Agoa (Lunedì Grasso) il quale era meno festeggiato ma si facevano comunque i balli per strada e si andava nelle case a chiedere frittelle e vino, attraverso un cerimoniale con scenette improvvise oppure con canti (is goccius) e versi a trallalera.

- su Martis de Agoa (Martedì Grasso) la gente non lavorava e si festeggiava intensamente. Il mattino si friggevano le zeppole in famiglia, mentre la sera si ballava in piazza e nelle case.

 

La maschera carnevalesca tipica si chiama "S'Orku Foresu", è zoomorfa e deve le sue origini, probabilmente, ai periodi antecedenti la Grande Guerra. S'Orku, dalle lunghe corna e pieno di campanacci, ricoperto da una spessa pelle d'animale di pelle nera, si trascina a fatica tenuto prigioniero, tramite una corda, dai "Mustayonis", in abiti consunti, fazzoletti neri in testa e sonagli in bella vista, che procedono armati di canne e verghe d'olivastro.

Il Carnevale di Sestu è molto più di una semplice festa; è un'espressione vibrante della cultura locale, radicata nelle tradizioni secolari della Sardegna. La vivacità delle maschere, la musica coinvolgente e l'entusiasmo della comunità rendono questa celebrazione un'esperienza unica. Il Carnevale di Sestu non solo onora il passato, ma crea anche un legame tra le generazioni future, garantendo che le tradizioni siano tramandate con amore e dedizione.

Fonte: "Tradizioni poplari sestesi - Tra sacro e profano" (Autore: Roberto Bullita)

Ricerca a cura dei volontari del Servizio Civile della Pro Loco di Sestu

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