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Città e territorio

Sestu è un paese di 20.755 abitanti della Città Metropolitana di Cagliari da cui dista dal capoluogo dieci chilometri.

Il territorio di Sestu, inserito nella pianura del Campidano, è caratterizzato da ondulazioni e poggi, che raramente hanno quote superiori ai 100 metri sul livello del mare. In questi rialzi, composti in gran parte da marne, sono riconoscibili i depositi fluviali del quaternario sulla fossa tettonica del Campidano. Si notano, inoltre, sparse zone del miocene di facies sabbioso-conglomerate.

I pochissimi rivoli che attraversano Sestu hanno una portata d'acqua limitatissima anche d'inverno, a meno che non si registrino piovosità consistenti e persistenti. Il più importante di questi rivoli è il Rio Cannas, che rimane asciutto per la maggior parte dell'anno, ma che con le piogge invernali, a secondo dell'annata, si ingrossa acquistando anche impetuosità e pericolosità. Citiamo, inoltre, Sa Cora, a nord dell'abitato, che confluisce nel Cannas ed il Rio San Gemiliano, prossimo alla chiesa omonima, che segna per un tratto anche i confini territoriali di Sestu.

La configurazione del terreno ha determinato, nel passato, la formazione di zone umide ed acquitrinose, testimoniate oggi dai toponimi quali: Stani Saliu, Stani Sadurru o Seurru, Stani de Cicciu Locci, stani de Santu Giorgi, Pauli sa lua, Pauli mannu, Pauli Onniga o Palionni, Is Pauleddus, Piscina sa murta, Mitza su fenu, Mitza Pudexia ed altri. Quasi tutte queste zone oggi risultano bonificate e sottoposte a coltura. Fa eccezione Stani Saliu, situato nei pressi della strada provinciale per Ussana, bacino endorreico di limitata ampiezza, a regime temporaneo caratterizzato da acque e suoli ricchi di sali, ove si sviluppano associazioni di piante alofite. Ubicato in una zona con caratteristiche climatiche riconducibili al tipo subtropicale semiarido, con nessun mese dell'anno avente temperatura media inferiore a 10° C, Stani Saliu occupa una conca endorreica con una superficie stagnale nel periodo di massima piena, di circa 30.000 mq.

Origini di Sestu

Le origini di Sestu, come quelle di tanti altri abitati della Sardegna, sono avvolte dalle tenebre. Non è facile ricostruire la sua storia per l'esiguità dei documenti pervenutici, archeologici ed epigrafici quelli risalenti fino al periodo della dominazione romana, scrittori e quasi tutti ecclesiastici quelli dei secoli successivi, fino al XVII secolo.

Il nome di Sestu è indiscutibilmente di origine romana, ma questo non vuole dire che l'abitato sia sorto nel periodo della dominazione romana della Sardegna. L'origine di Sestu è precedente a questo periodo e probabilmente risale all'eneolitico, cioè al terzo millennio a.C. A convicerci sono le tracce di vari villaggi preistorici insediati all'interno dell'attuale territorio comunale quali San Gemiliano, Seurru, Cabriolu Paderi, Cuccuru Biancu, Cuccuru Is Paras, alcuni vitali fino al XV secolo d.C. Questi insediamenti furono favoriti dalla loro vicinanza agli stagni, alle lagune, alle scogliere ed alle spiagge del Golfo di Cagliari, fonti inesauribili di sostentamento per la possibilità di pescare pesci e molluschi. Accresceva la loro sussistenza la possibilità di caccia nelle vicine colline, coperte di boschi e ricche di sorgenti d'acqua e di fauna variegata. Di questi villaggi poco è rimasto e del primo nucleo di Sestu non si ha più traccia, ma ciò è facilmente spiegabile. Il nostro territorio è caratterizzato da enormi banchi d'argilla, sfruttati in ogni tempo per la fabbricazione dei laterizi, e dall'assenza sul suolo di materiale litico, per cui il pietrame delle vecchie costruzioni è stato reimpiegato soprattutto nelle fondazioni di nuove abitazioni edificate nei periodi successivi. Un lampante esempio di quanto detto ci viene dalla lapide calcarea inserita nel basamento di un'abitazione di Via Vittorio Veneto e che originariamente costituiva il cippo funerario della tomba di un soldato romano, come vedremo successivamente.

 

È opinione di molti che l'abitato di Sestu sia sorto originariamente in località diversa dall'attuale e che qui gli abitanti siano pervenuti intorno all'XI secolo, dopo aver abbandonato il primo popolato a causa di una carestia. Questa convinzione è derivata dal rinvenimento delle tracce degli abitati già accennati e di altri. Invece Sestu ha occupato sempre l'attuale sito. E' della stessa opinione anche Giovanni Spano, considerato il padre dell'archeologia sarda, il quale scriveva di Sestu: "Non si è mai dubitato della sua ubicazione: ma gli oggetti antichi che si sono in ogni tempo trovati nelle prossimità del villaggio, dimostrano precisamente che l'attuale popolazione occupa lo stesso sito dell'antica". Ed ancora: "… ma tutto questo che abbiamo annunziato dimostra che l'attuale villaggio di Sestu occupa lo stesso sito dell'antico oppido romano che sarà stato ricco, attesa la fertilità del terreno, e la sua posizione, che pure sarà stata men critica e men salubre di quello che lo sia attualmente". Ma com'era il primo nucleo di Sestu? Probabilmente l'aggregato era costituito da capanne di frasche, intonacate all'interno con argilla, dal basamento di pietra, disposte irregolarmente attorno al fiume, senza un preciso criterio urbanistico, come i villaggi preistorici citati, di cui abbiamo testimonianze.

Abitato

Il nome del paese deriva dalla distanza da Cagliari, 6 miglia romane, Sexto ab urbe lapide. L’abitato, comprendente n. 5.011 abitazioni, con la sua forma di poligono irregolare, nel nucleo più antico è caratterizzato da strade irregolari, strette e tortuose, oggi asfaltate e dotate di idonee strutture per lo scolo delle acque. La mancanza di un piano conservativo e di ricupero, ha portato alla quasi totale demolizione della vecchia casa campidanese ed alla costruzione con tipologie variegate. Così, oggi assistiamo alla compresenza nell’abitato di paesaggi urbani differenti e spesso contrastanti tra loro, da quello dell’antico villaggio a quello della città moderna.

 

A Sestu sono attivi:

- un asilo nido comunale, le scuole pubbliche materna, elementare e media, due scuole materne private;

- impianti sportivi comunali: piscina, palestra polivalente, tre campi di calcio; impianti sportivi privati: tre bocciodromi;

- un poliambulatorio dell’A.S.L. per visite specialistiche ed un presidio di Residenza Sanitaria Assistenziale;

- le associazioni folk San Gemiliano e i Nuraghi; l’associazione per le tradizioni popolari Mustayonis e s’orku foresu; l’associazione archeologica Sextum;

- la Biblioteca comunale intitolata a Ranieri Ugo;

- multisala cinematografica nel centro commerciale La Corte del Sole;

- vari bed & breakfast.

Tradizioni

A Sestu si parla il sardo-campidanese.

Il costume tradizionale è composto:  femminile – gonna di stoffa a pieghette (bordau); sulla gonna un lungo grembiule di seta operata, il giacco alla vita (spensu) di broccato ricamato, di vari colori, un pò scollato da permettere la vista dello sparato della camicia, ricco di merletti lavorati a mano, ricamato in oro nel petto e nelle maniche; in testa un fazzoletto di seta operata, bianco per le donne non maritate e di vari colori per le maritate; scialle di seta ricamata. Maschile – pantaloni di lino bianco larghissimi e corti alle ginocchia, con uose di orbace nero e sovrapposto pantaloncino corto, nero, di stoffa finissima o di velluto o di orbace; il corpetto con due righe di bottoni d’oro o d’argento; giacca lunga, di panno nero finissimo, o velluto; camicia di lino bianco con lo sparato e il collo alto, ricamati a mano,  chiusa con bottoni  d’oro o d’argento; in testa sa berritta.

- Feste: San Sebastiano 19-20 gennaio; San Giorgio 23 aprile; Sant’Antonio di Padova 13 giugno; SS. Salvatore 5-6 agosto; San Gemiliano terza domenica di maggio e prima domenica di settembre.

- Sagre: Festival delle Pro Loco, raduno regionale delle Pro-Loco della Sardegna, la prima domenica di ottobre.

Autore: Franco Secci - storico

Approfondimenti

Descrizione di Sestu di Vittorio Angius

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