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Domenica di Pasqua o Dominigu de Pasca Manna
Come da antica tradizione la Domenica di Pasqua al mattino, prima della messa solenne, si svolge l'abituale processione che rievoca l'incontro tra Gesù Risorto e la Madonna. Il rito de s'Incontru in passato avveniva nel tripudio generale della folla, con le due processioni che accompagnavano rispettivamente i simulacri del Redentore e di Maria che, però, avevano alcuni particolari attuativi diversi rispetto a oggi.
Il corteo che portava a spalla la statua di Gesù, partiva dalla chiesa parrocchiale San Giorgio ed era composto esclusivamente da uomini guidati dal sacerdote.
L'altro corteo con la Madonna, invece, usciva dall'Oratorio della Confraternita del Rosario ed era formato soltanto da donne, a eccezione dei quattro confratelli che portavano il simulacro vestito a lutto, col viso e il corpo coperto da un lungo velo nero.
Le Prioresse con le Figlie di Maria facevano parte di quest'ultimo gruppo, unitamente alle componenti femminili delle altre associazioni religiose e ai bambini abbigliati da angoletto, che partecipavano anche ai riti del Venerdì Santo.
Le due processioni prima di confluire nel luogo dell'Incontro percorrevano due itinerari differenti. All'avvicinarsi dei due cortei nel punto convenuto, dove la strada veniva abbellita con erbe e fiori, sa ramadura, i portatori della Madonna effettuavano tre inchini simulando in tal modo tre genuflessioni del simulacro, mentre coloro che portavano Gesù Cristo facevano altrettanto.
Alla fine i due gruppi, con l'incontro delle due statue, si fondevano in un unico corteo e in quel momento alla Madonna veniva tolto il manto da lutto. Nello stesso istante le campane suonavano a festa, accompagnate dagli spari di numerosi fucili e dallo scoppio di razzi e granate.
Poi la processione, col Redentore e la Madre, riprendeva il cammino per rientrare in chiesa San Giorgio, dove veniva celebrata in forma solenne la messa cantata.
Al riguardo era un'abitudine consolidata che gli uomini e le donne, per recarsi alla processione e alla messa pasquale, indossassero abiti nuovi (incingiai) o comunque, quelli più belli.
Ai tempi in cui l'abbigliamento tradizionale era ancora in uso, soprattutto tra le donne, c'era la consuetudine di indossare il costume festivo più ricco.
Finita la messa, all'uscita di chiesa, la gente si scambiava reciprocamente gli auguri e assisteva allo scoppio della mina con razzi e granate. Su Sparatoriu o anche el Desparatorio con bombas y coetes, eseguito nella mattina di Pasqua dopo la messa, era una tradizione molto antica che risulta documentata dalla seconda metà del Settecento e si è protratta nel tempo fino ai giorni nostri.
Dopo il rituale della mina anche il giorno di Pasqua, tra i religiosi e i membri della confraternita, c'era l'abitudine di consumare un rinfresco a base di dolci e vini pregiati a chiusura di tutte le liturgie del mattino.
Una consuetudine pure questa di vecchia data che, però, è andata in disuso nei primi anni Settanta del Novecento con la scomparsa della Confraternita del Rosario.
La gente, intanto, dopo i giorni di restrizione alimentare dovuti ai digiuni e altre penitenze quaresimali, si radunava in famiglia per consumare gioiosamente il lauto pranzo pasquale, mentre la sera i giovani si organizzavano in gruppo per riprendere i balli interrotti durante la Quaresima.
Oggi alcune consuetudini tipiche del giorno di Pasqua non esistono più, come ad esempio il passatempo dei balli e, come già detto, anche qualche principio dell'antico rituale dell'incontro ha subito delle modifiche rispetto al passato. Infatti, mentre fino agli anni Cinquanta del secolo scorso i due gruppi processionali si incontravano ad anni alterni una volta in Parti 'e Susu (nella zona di San Salvatore) ed un'altra in Parti 'e Jossu (agli inizi di Via Cagliari), attualmente s'Incontru si fa esclusivamente al centro del paese, in Via Gorizia.
I due cortei, inoltre, sebbene fossero separati, partivano entrambi dalla Parrocchia San Giorgio per poi incontrarsi nel luogo stabilito, mentre attualmente partono uno dalla chiesa San Giorgio e l'altro da Madonna delle Grazie e si incontrano esclusivamente al centro della Via Gorizia.
Da alcuni anni anche i due simulacri usati per la processione vengono avvicendati annualmente. Difatti, se una Parrocchia utilizza quello di Gesù, l'altra adopera quello della Madonna; poi l'anno successivo si cambia. La processione, lo stesso, dopo l'Incontro si conclude alternativamente a San Giorgio e a Madonna delle Grazie. Tuttavia, sebbene sia stata abolita la mina, permane ancora l'usanza di scoppiare razzi e sparare a salve con i fucili.
Autore: Roberto Bullita
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Ricerca sulla Settimana Santa e sulla Pasqua sestese (a cura dei volontari del Servizio Civile)
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